La mistress Gratia Plena racconta di chi ama il solletico come pratica sadomaso
Sull'autrice:
Gratia Plena è una dominatrice milanese, designer, performer e latex model.
Attiva da dieci anni nella scena BDSM italiana dopo aver spaziato in molti ambienti della sessualità insolita, aiuta le persone a vivere Esperienze uniche e speciali.
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Cari esploratori,
oggi solleticherò la vostra curiosità con un argomento piuttosto ambivalente che, col tempo, è riuscito ad affascinare anche la scettica sottoscritta: il tickling.
Che si tratti di insopportabile tortura o di estasiante piacere erotico, sicuramente è uno dei primissimi mezzi con cui impariamo a relazionarci con gli altri fin dall’infanzia e, nell’erotismo estremo, rientra tra le pratiche bdsm più variegate e, talvolta, anche più sottovalutate.
Io stessa non ho compreso appieno le potenzialità del tickling e delle sue sensazioni controverse per anni, ritenendolo un gioco quasi infantile, ma mi sono dovuta alquanto ricredere quando ho iniziato a praticarlo in un contesto di sessione che poteva durare anche intere ore.
In questo articolo desidero soffermarmi principalmente sulla gestione di una sessione di tickling, che, a seconda dell’intensità o della sensazione che si vuole trasmettere, può rivelarsi un dolce brivido lungo la schiena oppure un’apnea spaventosa.
L’intimità del contatto
Quando una persona viene solleticata in modo intenso e ripetuto, viene stimolato l’ipotalamo, ossia quella parte di cervello che controlla le reazioni istintive come la fame e l’istinto sessuale.
Le reazioni fisiche ed emotive a tali sollecitazioni sono molto diverse, e possono variare dall’eccitante euforia con conseguente erotizzazione, fino al profondo disagio, agli attacchi di panico e persino alla sensazione di ricevere dolore fisico. La risposta di ciascuno al solletico resta un mistero: soffrirlo o meno non dipende dal tipo di pelle, ma esclusivamente dalla nostra mente, dall’approccio alla vita, dal rapporto che abbiamo col corpo e dal rapporto che si crea con chi conduce.
Il primo contatto avviene sempre con le mani e, per questo, la considero una delle pratiche più intime che ci siano.
Della persona che si sta solleticando (il ticklee) si arriva a percepire, a toccare e a sentire praticamente di tutto: il corpo senza più resistenza che si tende e vibra sotto le unghie, il tono della risata che può essere divertito e liberatorio oppure può diventare un grido acuto e straziante, l’odore della pelle che inizia a sudare dopo pochi minuti, le lacrime e persino l’urina. Perché sì, nelle sessioni di tickling particolarmente intense capita spesso di non riuscire più a trattenere la vescica in modo del tutto involontario.
A tutto questo e all’intimità del contatto bisogna essere pronti, perché anche la persona che infligge il solletico (il tickler) trasmetterà molto di sé a chi lo riceve e buona parte delle sensazioni dipenderanno da questo scambio.
Un colloquio iniziale è fondamentale per capire che tipo di sensazioni si desidera trasmettere e ricevere, rispettando i passaggi di negoziazione che definiscono ogni dinamica di consensuale cessione di potere.
L’importanza dell’immobilizzazione
Quando si inizia una sessione di tickling, l’immobilizzazione del corpo o di alcune zone precise non solo è considerato un passaggio fondamentale, ma fa parte di una sorta di rituale.
La persona che sta per ricevere il solletico va mentalmente preparata e l’immobilizzazione, che può avvenire in svariati modi in base alle personali preferenze, sancisce non solo un primo contatto tra il tickler e la sua “vittima” ma segna l’inizio di una sorta di dialogo.
A seconda di come si sceglie d’immobilizzare il corpo si sta già comunicando che tipo di sensazione si desidera trasmettere. Questo rituale può essere morbido e carezzevole oppure freddo e distaccato a seconda degli accordi. A prescindere dalle scelte, l’immobilizzazione deve risultare efficace e non deve lasciare scampo.
Scoprire la pelle
Iniziare delicatamente a scoprire la pelle è la seconda parte del rituale. Sollevare lentamente una maglietta per scoprire i fianchi, sfilare una calza o semplicemente raccogliere i capelli per avere accesso ad una nuca sensibile, sono tutti piccoli dettagli che faranno la differenza e incrementeranno l’attesa e il desiderio di raggiungere un’altra dimensione.
Il tickling è una pratica ad ampio spettro e non coinvolge solamente zone come fianchi, piedi, collo e ascelle. Ci sono parti del corpo insolite ed estremamente sensibili che meritano attenzione, come l’interno delle orecchie, le labbra, l’interno delle ginocchia, i genitali e persino le gengive.
Un tickling un po’ diverso dal solito
Non posso negare la mia preferenza per il solletico alla vecchia maniera, somministrato con le sole unghie e polpastrelli; ma, come da tradizione, mi sono molto divertita ad individuare, acquistare e collaudare per voi quattro strumenti particolarmente efficaci.
Questa volta ne ho scelti appositamente di semplice uso domestico, dal costo accessibile e facili da trovare in contesti quotidiani, ma a differenza dei soliti spazzolini elettrici tra le dita dei piedi e piume su ombelico e fianchi, questi sono un po’ più insoliti e perfettamente adatti alle zone genitali.
Artigli regolabili in acciaio inox con punta allungata
Sono una perfetta combo tra un classico artiglio e un plettro erni ball fingers (altro strumento che raccomando), solo con maggior struttura e peso. La punta si sente ma è arrotondata, perfettamente smussata e non graffia la pelle. Ideali da usare ovunque.
Set di spazzole scovolino e multiuso in silicone
Nascono per ripulire i fondi delle bottiglie o di qualsiasi altro anfratto.
Ben lubrificate sono perfette per i genitali femminili e per l’area anale. Le dimensioni non sono eccessive e le setole hanno la consistenza giusta. E’ raccomandabile il solo uso personale dopo un adeguata sanificazione. Le setole sono talmente morbide che proteggerle con un profilattico smorzerebbe del tutto l’effetto.
Guanto in silicone per lavare i piatti
Le setole sono ancora più sottili e morbide degli scovolini. Sempre molto ben lubrificato, è perfetto per solleticare l’asta del pene, i testicoli e la zona perianale senza irritare o graffiare la pelle. Non è indicato nelle zone dove la pelle è più spessa, non avrebbe alcun effetto.
Dotter pen
È uno strumento indispensabile nella nail art per decorare le unghie, formato da un manico e con doppia estremità in metallo, terminante con una piccola sfera.
È l’ideale per solleticare il cappuccio clitorideo, con delicati movimenti circolari oppure semplicemente puntandolo ripetutamente senza troppa pressione. Data l’estrema sensibilità della zona, consiglio di usare solo le penne con le sfere più grandi: la punta deve solleticare, non bucare.
Vietato morire dal ridere!
Non mi stancherò mai di ripetere che il tickling non è una pratica innocua, soft o di facile sostenibilità per chi lo soffre.
• Quando ci si cimenta in pratiche che causano battiti accelerati del cuore e modifiche della respirazione, bisogna essere consapevoli dello stato di salute della persona che si sottopone a una sessione di solletico. I rischi più gravi possono variare dalla cataplessia alla paralisi temporanea dei muscoli, fino all’infarto.
• A volte la sensazione di solletico può essere captata dal cervello come uno stimolo doloroso e i movimenti incondizionati di risposta possono arrivare a ferire entrambi.
• È buona norma fermarsi e controllare lo stato di affanno se la persona inizia a gridare come se avvertisse sensazioni di dolore, a tossire o cambiare colore in viso.
• Disinfettate accuratamente prima e dopo tutti gli strumenti che andrete ad utilizzare sulla pelle di qualcuno.
• Se è la prima volta che venite immobilizzati e solleticati, iniziate con gradualità: magari chiedendo di avere le mani libere all’inizio, per acquisire maggior confidenza con le sensazioni.
Ecco un video esplicativo:
E con questa prima infarinatura sul tickling erotico, auguro a tutti voi una buona esplorazione.
Gratia Plena
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