Di sicuro la Dominatrice non lascia indifferenti. O la si ama e la si ricerca nel sottobosco del suo universo fatto di dungeon attrezzati, completi di pelle, fruste e frustini, oppure la si tiene il più lontano possibile poiché la sua natura erotica poco incline al compromesso tende ad inibire parecchio.
Sull'autrice:
Gratia Plena è una dominatrice milanese, designer, performer e latex model.
Attiva da dieci anni nella scena BDSM italiana dopo aver spaziato in molti ambienti della sessualità insolita, aiuta le persone a vivere Esperienze uniche e speciali.
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Ma le Mistress odiano gli uomini?
Questa è senza dubbio la domanda più divertente di tutte, che si posiziona al terzo posto della classifica MaleMistress, la lista delle domande più frequenti e assurde che una Dominatrice riceve nell’arco della sua vita da parte di un pubblico al tempo stesso affascinato ma anche intimorito da tutto ciò che lei rappresenta sia nel bene che nel male. Quello che però tutti non immaginano, è che non esiste un solo tipo di Dominatrice così come non esiste un solo tipo di Femdom (dominazione femminile).
La ginarchia e il Femdom non sono la stessa cosa.
Giocare a deridere, umiliare, ferire e ribaltare in ambito erotico il ruolo di un uomo in quanto “maschio” non significa credere automaticamente alla superiorità di un genere rispetto ad un altro. Ho passato buona parte della mia adolescenza a lottare contro gli stereotipi di genere, vivo le mie relazioni in modo aperto e libero e, in ambito sessuale, mi piace condurre il gioco a mio piacimento, controllare il piacere dei miei partner sottomessi e infliggere anche una certa dose di dolore.
Tutto questo ovviamente è stato spesso fonte di discriminazione e chiacchiericcio poiché non conforme ai comportamenti sessuali moralmente accettabili di una signorina per bene; e per tali ragioni sostenere la superiorità del genere femminile su quello maschile per me non solo significherebbe martirizzare quello stesso patriarcato che ho sfidato con la disobbedienza e abbattuto con la libertà di vivermi, ma significa aver permesso allo stesso di cambiarmi davvero: il mio modo di fare l’amore non è un atto politico. Mi piace dominare perché mi eccita e provare piacere è l'unica cosa che per me conta.
La parola Mistress piace di più di Dominatrice.
Sarà che molto spesso la parola Dominatrice (Dominatrix, Domme o Domina) ha anche una connotazione professionale, mentre Mistress sembra avere significato solo nell’ambito del bdsm per pura passione, è un dato di fatto che molti preferiscono usare il termine Mistress senza però comprenderlo a fondo, perché per entrare nelle grazie di questa figura, occorre faticare parecchio.
Nel suo significato tradizionale, la Mistress o Padrona (termine italiano), è colei che conduce, comanda e dispone non solo per il tempo di gioco concordato (sessione), ma detiene proprio le redini della relazione, basata su un consensuale scambio di potere.
Se non si è pronti ad essere schiavi e a vivere una relazione di Dominazione/sottomissione (D/s) dove non ci sono diritti ma solo doveri, perché quello che in fondo si cerca è una donna dominante che ci faccia divertire solo qualche volta al mese, magari durante le pause pranzo, e che magari non ci lasci troppi segni sui glutei perché non sarebbe carino nei riguardi del proprio partner vanilla (sessualità convenzionale), allora quello che probabilmente state cercando è qualcuno con cui condividere momenti di gioco: una Top, ossia una persona che ama giocare e sperimentare pratiche sadomaso in un ruolo attivo senza però ricercare una relazione di tipo D/s. Così il rapporto al di fuori del gioco è e resterà sempre paritario per poi trasformarsi solo nell’intimità in sano gioco di ruolo tra playpartner senza ulteriore impegni.
Se invece oltre la compagnia speciale cercate anche un ambientazione fantastica, strumenti di tormento ricercatissimi, indumenti in lattice, vere cliniche mediche per giocare al dottore e magari la presenza di altre persone giusto per non farsi mancare nulla, allora le possibilità diventano principalmente tre: trovare una Top con molto tempo a disposizione e notevoli possibilità economiche che soddisfi tutti i vostri requisiti a titolo gratuito, partecipare attivamente ai playparty (feste a tema bdsm) dove sarà possibile conoscere persone e farvi conoscere in un ambiente protetto e adatto al gioco, oppure delegare la realizzazione dei vostri desideri più sofisticati e reconditi ad una Prodomme (professional dominatrix) competente che stabilirà un tributo in base al tempo e alle richieste. Sulla molto discussa professionista del sadomaso, come non citare la domanda che si aggiudica la medaglia d’argento?
Ma le Mistress lo fanno solo per soldi o anche per passione?
Ovviamente non tutte le Mistress sono Prodomme e non tutte le Prodomme sono Mistress. Tuttavia, dovete sapere che anche le dominatrici professioniste occupano un ruolo fondamentale nella scena bdsm internazionale. Ovviamente mi riferisco a Prodomme serie, esperte e credibili, a persone che mantengono dungeon (studi attrezzati per sessioni bdsm), investono parecchio in costose attrezzature, organizzano eventi e workshop, producono film, organizzano tour per il mondo, vivono vere relazioni D/s e hanno fatto della loro passione il proprio mestiere.
Senza l'amore per il bdsm, questo mestiere risulterebbe assai logorante e sostenere che il bdsm andrebbe fatto esclusivamente per passione e non come professione, è un po’ come dire ad un musicista che non dovrebbe vivere di musica.
A questo punto riporto la vincitrice indiscussa della nostra classifica:
Ma le Mistress fanno sesso?
Se non dovessi sentirmi più libera di usare i miei schiavi e le mie schiave personali anche come oggetti sessuali qualora ne avessi voglia, della Dominatrice avrei ben poco!
Altro discorso riguarda invece la dominazione professionale: le Prodomme non offrono prestazioni sessuali di tipo vanilla ai loro clienti con i quali non vige un rapporto di relazione D/s, ma di semplice scambio basato su accordi precisi.
Certamente per chi pratica bdsm la penetrazione convenzionale (sesso vanilla) non è il fine, anzi di solito si tende proprio ad escluderla per lasciare spazio ad altre forme di piacere insolito. Strap-on, fisting, slut training, anal stretching, degradazione, cessione, cuckolding, sono alcuni esempi di pratiche o dinamiche, anche molto intense, in cui la penetrazione vaginale o anale è contemplata.
Chi non chiamerebbe sesso tutto questo? Forse qualche sessuofobico snob lo farebbe anche, ma sarebbe opportuno sfatare una volta per tutte questa leggenda assurda che vuole il bdsm come qualcosa di asettico, asessuato, alla stregua di un gioco da tavolo praticamente.
Il bdsm è sesso. Anzi, sesso estremo. Viene praticato da quasi il 13% della popolazione e quello che lo rende diverso dal sesso vanilla non è la mancanza di penetrazione, ma è la disparità relazionale. La penetrazione è solo una pratica come tante, che ci può stare come no. Semplicemente non è importante.
“Il bdsm è quel sesso che ci fa male così bene”. Ritengo sia tutt’ora la definizione più azzeccata.
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