Sull'autore:
Il Dott. Macchione si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 2008 presso l'Università "Federico II" di Napoli, mentre nel 2014 si è specializzato in Urologia presso l'Università degli Studi di Milano. Ha maturato una significativa esperienza clinica e chirurgica in ambito urologico presso diverse strutture sul territorio italiano ed estero in particolare presso l’"Hadassah Ein Kerem Hospital" di Gerusalemme (Israele) e presso l’AMC Hospital di Amsterdam (Olanda), due Centri di eccellenza per le patologie andrologiche e urologiche. Attualmente svolge attività libero professionale a Milano.
I genitali nel regno animale
E’ sorprendete quante forme possa assumere “l’amore”, sopratutto se si guarda al mondo animale. Ogni giorno qua e là si legge della scoperta di aspetti ignoti della sessualità dei nostri “parenti” più prossimi o comunque specie animali mai osservate con attenzione. Avete mai fatto caso alla varietà di forme e dimensioni dei genitali esterni degli abitanti del regno animale? E’ straordinaria, e ad osservarla attentamente si riesce a leggere il percorso evolutivo di questi organi così importanti. In natura infatti l'evoluzione genitale maschile altro non è che il risultato della selezione sessuale. La grande varietà dell’organo genitale maschile spiega come tali importanti e strane divergenze possano essere legate ad esigenze evoluzionistiche. In molte specie animali i genitali sono veri e propri “dispositivi di corteggiamento” che influenzano le scelte femminili dei portatori di seme per la loro prole.
Sicuramente la differenziazione principale per quanto riguarda l’uomo è avvenuta con la comparsa delle gambe, che avendo facilitato l’evento di copulazione ha portato ad un’ulteriore evoluzione del pene, nella forma, nelle dimensioni e nelle modalità di erezione. Nei mammiferi, infatti è diventato un complesso organo idrostatico, la cui attività è legata all’ingresso/uscita di sangue circolante e tutto ciò con o senza assistenza di “organi di sostegno” come ad esempio ossa o cartilagini quali il baculum.
Se guardiamo nel dettaglio scopriamo ad esempio che tra i marsupiali esistono animali come il Koala con “un fallo a due teste” ovvero un organo genitale che nella porzione distale appare diviso in due, quindi con un doppio glande. E c’è invece chi fa di meglio, come il formichiere spinoso, che ha un pene a 4 teste. Un altro esempio calzante è quello riguardante il pene del cavallo, il quale si presenta con un glande particolarmente voluminoso, tale da garantire quando eretto l’ “aggancio” della partner, per essere efficiente nella fertilizzazione.
Analogo discorso vale per il cane, il cui pene rimane “intrappolato” nella vagina della partner anche dopo il coito per il fenomeno noto come Penis captivus. Episodi simili sono stati riportati per qualche specie di lucertola e talvolta anche per gli essere umani. Ma rimanendo nel mondo animale, particolare è la forma genitale di molte specie di insetti i cui maschi sono caratterizzati da peni portatori di spine che durante i rapporti sessuali causano importanti lacerazioni vaginali.
La razza umana e il pene curvo
Se passiamo invece in rassegna l’essere umano, a differenza di quanto si possa immaginare, è rimasto un certo grado di Pleomorfismo nonostante il processo evolutivo. Lasciando da parte i rari ed aneddotici casi di Difallia e Trifallia complete e/o incomplete, i Pleomorfismi su cui ci concentreremo sono quelli più comuni e diffusi. Una delle tante varianti anatomiche del pene che spesso è oggetto di consulti urologici e talvolta causa di insoddisfazione genitale, è la presenza di curvature.
Idealmente il pene è un organo “dritto” che si dispiega lungo un unico asse senza presentare particolari alterazioni di forma o Recurvatum. Ma la realtà è spesso diversa dal mondo ideale, e ci offre una vasta gamma di varianti anatomiche che possono risultare molto più interessanti anche ai fini del piacere. Il pene curvo è una condizione ben nota nella storia dell’uomo. Per la prima volta fu descritta da Galeno nella sua “Opera Omnia” nel II secolo d.C. - ma, nonostante ne avesse delineata correttamente “la particolare forma”, nulla aveva ipotizzato in merito alla natura di tale variante anatomica.
Oggi sappiamo invece che il mondo delle curvature peniene in realtà è legato alla “sproporzione” di sviluppo che si viene a creare tra le tre strutture che compongono il suddetto organo: i 2 corpi cavernosi e il corpo spongioso con la sua uretra, e i rapporti che questi hanno con le strutture fasciali che li circondano. Insomma, per motivi ancora poco chiari si verifica una asimmetria di sviluppo delle tre componenti “portanti” del pene, per cui il nostro organo tende ad assumere le forme più svariate. Purtroppo in merito a tale argomento la letteratura scientifica è scarna e povera di dati ma per fortuna sempre più ricercatori stanno scandagliando questo ambito.
Cosa comporta avere il pene curvo?
Sebbene sia noto che nella stragrande maggioranza dei casi un Recruvatum penieno non sia causa di alcun tipo di problema, in realtà la presenza di un Recurvatum congenito porta spesso con se delle ripercussioni psicologiche notevoli e influenza molto il vissuto sessuale e sociale dei soggetti che ne sono portatori. Oltre a riportare una preoccupazione sull’aspetto puramente “estetico”, spesso i suddetti soggetti temono l’inadeguatezza in fase di penetrazione. Non è raro infatti, ascoltare storie di un atteggiamento “evitante” nei confronti di una sana vita sessuale motivato dal fatto di sentirsi “sessualmente inadeguati” per la presenza di un Recurvatum penieno.
In un recente studio cinese emerge infatti che il 53.5% di un gruppo di uomini con Recurvatum congenito non si sentisse “sessualmente adeguato” proprio per l’aspetto che la curvatura conferiva al proprio organo genitale. I dati più interessanti arrivano però da uno studio di popolazione in merito alla curvatura peniena eseguito dai colleghi delle Università di Brisbane e Melbourne. Essi hanno infatti documentato risultati particolarmente interessanti a partire dai dati di prevalenza di questa variante anatomica.
Intervistando poco meno di 2000 uomini dai 35 ai 75 anni hanno scoperto che il 19% riferisce di avere “un pene curvo” e che nel 30% dei casi questa curvatura fosse superiore ai 30°. Dallo stesso studio, ad ulteriore conferma di quanto riportato dai colleghi asiatici, si documenta che per un uomo su sei avere un pene curvo ha avuto un impatto negativo sulla propria vita, lamentando dolore o fastidio all’organo durante l’erezione. Tra i soggetti dotati di pene curvo, il 26% riferiva di esserne “infastidito dall’aspetto”, mentre il 20% riferiva di “essersi sentito inadeguato” durante i rapporti sessuali.
La malattia di La Peyronie
Sembrerebbe quindi che tale conformazione del tutto naturale e congenita del pene non sempre venga serenamente accettata, nonostante in realtà ad oggi non sia stata ancora indagata la “desiderabilità sessuale” di un pene curvo. Non esistono infatti studi che approfondiscano quanto il pene curvo sia o meno “desiderabile” ai fini sessuali. Sappiamo invece che poco desiderate sono le curvature del pene secondarie ad una condizione molto diffusa, ma poco conosciuta, nota ai medici come Induratio penis plastica ed ai più come Malattia di La Peyronie.
Tale condizione clinica prende il nome dal francese François Gigot de La Peyronie, medico chirurgo che lavorò alla corte di Luigi XV e che sembra abbia descritto per primo questa patologia, proprio diagnosticandola al sovrano.
Di questa patologia, che si presenta con un’improvvisa comparsa di una curvatura del pene, ad oggi conosciamo ancora poco. Sembra che tra le cause scatenanti vi sia un “trauma penieno” a cui segue una cicatrizzazione irregolare delle fascia che circonda i corpi cavernosi e che tale “cicatrice aberrante” tende a condizionare quindi un incurvamento dal lato dove compare, insieme a dolore e spesso accorciamento del pene. Tale teoria però, sebbene suggestiva, non spiega la natura evolutiva di questa patologia, che invece sembra trovare maggior credito se si guarda al sistema immunitario.
Infatti sembra che tale condizione, che frequentemente si associa a Collagenopatie e patologie immunitarie, sia inizialmente scatenata da un trauma, ma che a questo consegua una “cascata di eventi “immuno-mediati” che portano alla formazione di una placca inizialmente fibrotica e poi calcifica. Questa condizione è causa di curvature, dolore nelle prime fasi e successivamente un accorciamento dell’organo genitale. In questi casi la risoluzione è inizialmente medica e nei casi più estremi chirurgica.
Un recente studio ha documentato che in questi pazienti con Recurvatum fino a 60° non vi sono problemi durante i rapporti sessuali, ne i partner riportano particolari problemi o fastidi. Nonostante ciò, l’impatto psicologico del “cambiamento della forma del proprio pene” sembra influire in modo statisticamente rilevante nel rapporto di coppia, e non solo per l’ambito prettamente legato alla sessualità.
Sicuramente in rarissimi casi, avere un “pene curvo” può rappresentare un ostacolo ad una vita sessuale adeguata (ed in questi casi utile consultare un medico per porre rimedio a questo imprevisto) ma nella stragrande maggioranza delle volte siamo di fronte ad un normale ed affascinante Pleomorfismo genitale, che non va demonizzato, ma “esaltato”, cercando di apprezzarne i molteplici vantaggi che solo un pene curvo può dare.
Pleomorfismo genitale: la ricerca
Una recente fotografia del fenomeno del Pleomorfismo genitale arriva da una ricerca italiana eseguita via Instagram e che ha arruolato quasi 4000 soggetti di età compresa tra i 18 ed i 45 anni, sessualmente attivi. Dai dati di questa ricerca è emerso come circa il 50% dei soggetti di sesso maschile riferisse di avere una curvatura peniena, di questi l’ 8% con la presenza di una “duplice curvatura” genitale.
Questa curvatura viene riportata essere di circa 30° dal 28% degli intervistati, inferiore a 30° dal 53% e superiore ai 30° dal 7% (i restanti non sono riusciti a dare un’entità numerica alla propria curvatura peniena). Inoltre il 41% degli intervistati riferiva di aver un pene curvo dorsalmente (verso l’alto), il 23% riportava una curvatura laterale a sinistra, nel 19% a destra e il 17% una curvatura ventrale.
Nel 91% dei casi tale condizione era congenita, ovvero presente dalla nascita. Nonostante l’entità di tali curvature solo l’8% riferiva “discomfort” durante i rapporti sessuali. Il 7% degli intervistati riportava che la propria curvatura peniena rappresentasse un limite alla propria sessualità. Il 15% riferiva di trovare esteticamente “meno gradevole” il proprio organo genitale a causa della curvatura, ma nonostante ciò solo il 10% riferiva senso di “inadeguatezza”. Posta la domanda relativa alla soddisfazione provata ad avere rapporti sessuali con uomini dotati di pene curvo è emerso che il 56% non ha riferito alcuna differenza, mentre il 38% riferiva sensazioni molto più intense. Solo il 4% riportava “problematiche anatomiche” di ostacolo al rapporto ed il 2% assenza di piacere.
Stando a questi dati le “mille forme dell’amore” non sembrano affatto essere un limite al piacere sessuale, ma basta solo prenderla con la giusta curva!
Ti è piaciuto l'articolo? Metti mi piace e condividilo sulla tua bacheca
Conosci già JOYclub? Entra a far parte di una delle community erotiche più grandi d'Europa!
JOYclub offre un'ampia e vivace comunità e affascinanti consigli che sconvolgeranno la tua vita amorosa. Non importa se uomo, donna, transgender, single o coppia: vivi le tue fantasie su JOYclub! Non vediamo l'ora che anche tu entri a far parte della nostra community!
- Scrivi nel forum e nei gruppi
- Leggi gli articoli della nostra magazine
- Incontra altri membri
- Condividi foto e video
- Partecipa ai concorsi!
- Guarda o mostrati nei Livestreams
Libera le tue passioni su JOYclub!