Autore: Ayzad
Coach specializzato in sessualità insolite e divulgatore
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Nell’alcova di un privé, una coppia si prende una pausa da un’orgia, guarda passare una ragazza col fidanzato al guinzaglio e alza un sopracciglio: «ah no, noi quelle cose non le facciamo!». La dominatrice intanto rifiuta un approccio e sbuffa: «ma che ci faccio qui, fra gli scambisti?». Nel tono di entrambi c’è perplessità e una punta di fastidio… ma cosa c’è dietro questa incomprensione reciproca?
Approcci differenti
Le distanze fra il mondo swinger e quello BDSM sono sorprendenti: dopotutto, non sono composti entrambi da persone dalla mente aperta, interessate a esplorare il piacere senza pregiudizi? La realtà tuttavia è spesso un po’ diversa, soprattutto in privato dove i kinkster tendono a considerare “gli scambisti” (come se fossero tutti uguali!) delle specie di animali assatanati… e questi ultimi a ritenere “quelli delle fruste” (che non sono tutti uguali neanche loro) degli sciroccati ridotti a prendersi a botte perché hanno problemi col sesso semplice.
Tanto per cambiare, un ruolo importantissimo lo gioca la pornografia – alla quale bene o male facciamo tuttə riferimento per le nostre fantasie. Chi ha incontrato il sesso soprattutto nelle sue rappresentazioni più mainstream, tipo i classici porno all’americana fatti di corpi scolpiti, dotazioni XXL e prestazioni olimpioniche, magari con molte persone contemporaneamente, tende inevitabilmente a voler rivivere quel tipo di atmosfere. Chi invece è statə forgiatə da video e siti più particolari, incentrati su abbigliamento fetish, pratiche bizzarre, attrezzature complicate e dominazione esplicita, finisce a desiderare situazioni di quel genere. Per non parlare delle tantissime persone che, semplicemente, si divertono un po’ con tutto e se la spassano a frequentare ambienti e partner di tutti i tipi.
Senza alcun giudizio, però, si potrebbe semplificare dicendo che il mondo swinger ruota attorno a un immaginario di quantità dell’esperienza, sia nelle prestazioni che nel numero di partner; il giro kinky è incentrato invece sulla qualità dell’esperienza, e dà la priorità al cercare la sensazione perfetta o la dinamica ideale mettendo tutto il resto in secondo piano. Sono chiaramente generalizzazioni, che aiutano tuttavia a capire perché spesso le due culture non riescano a comunicare fra loro.
Politica da boudoir
Se ti piacciono i ragionamenti più raffinati, una altra chiave di lettura viene dalla sociologia. Secondo alcuni pensatori, la sessualità swinger è figlia della borghesia e del suo desiderio di tranquillità: le coppie scambiste vivono avventure erotiche anche estreme, ma sempre coll’elemento comune di tornare a casa insieme, alla stabilità quotidiana. In un certo senso, è come se ogni volta si confermassero di avere fatto la scelta giusta, capace di resistere a qualsiasi tentazione o scombussolamento.
Chi vive una sessualità kinky, sia essa BDSM o di altro tipo, ha tutto un altro spirito. Ciò che fa nelle sue esplorazioni erotiche è mettere alla prova i confini della propria zona di comfort, andare a vedere cosa c’è fuori e cosa eventualmente può trarne di buono per incorporarlo nella sua visione di cosa sia il sesso o una relazione. Tutto è sempre in discussione e pronto a cambiare, che si tratti di scoprire che a volte il dolore fa bene, che si può essere innamorati anche di due o più persone contemporaneamente, oppure che si può tranquillamente cambiare identità o genere.
Probabilmente nemmeno questa è tutta la spiegazione, ma ha senso e mette in evidenza le distanze quasi ideologiche che rendono difficile la convivenza dei due mondi.
L’ultima causa però è certa: tutto il settore dei party, del dating e così via è in mano a persone ferme al secolo scorso, che di solito ragionano per categorie impermeabili. O sei in un modo, o in un altro – con il tuo linguaggio, abitudini, estetica e così via, alla faccia di chi è ormai abituato a un mondo più fluido senza troppe suddivisioni.
Alla luce di tutto questo appare inevitabile che si tendano a creare ambienti completamente separati. Con questa analisi però si può trovare, volendo, anche una soluzione. E se, oltre a rimanere ancoratə alle nostre abitudini, provassimo tuttə a essere più tolleranti e curiosi nei confronti di chi è diverso da noi?
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