„Disforia di genere e transizione
In Italia ad oggi avvengono moltissimi interventi di Transìzione…. la transizione fisica da maschio a femmina, e viceversa, è un percorso individuale e personale che inizia con la diagnosi di “disforia di genere”.
Seguo questi argomenti proprio tramite una ragazza trans e il suo canale twitch dove fa divulgazione su identità di genere, orientamento sessuale, inclusività e tutte le problematiche che girano intorno a questi argomenti.
Scusami se ti riprendo ma è più corretto dire transizione verso l'identità di genere uomo o donna perché i termini maschio e femmina identificano il sesso biologico, detto in termini grossolani nasciamo maschi o femmine e veniamo identificati con identità di genere di uomo o donna in conformità al sesso biologico poi chi effettua la transizione la fa da uomo a donna o da donna a uomo; ma la definizione biologica rimane maschio o femmina; quindi la donna transgender è un individuo maschio che è stato identificato come uomo alla nascita ma non si riconosce in questa identificazione e quindi si identifica come donna; l'uomo transgender è un individuo femmina identificato come donna alla nascita che non si riconosce in questa identificazione ma in quella di uomo.
Poi in realtà anche sull'identificazione biologica (maschio/femmina) ci sono diversi approcci perché scientificamente quella identificazione avviene per fenotipo, quadro ormonale e corredo cromosomico, ma qui è meglio non entrare nei dettagli per non rendere la questione ancora più complessa, perché alcuni transgender in virtù del quadro ormonale e fenotipo modificato nel percorso di transizione pensano di potersi anche definire biologicamente maschi o femmine perché 2 su 3 degli elementi è stato cambiato con l'intervento della terapia ormonale e delle modificazioni/adattamenti corporei; però è evidente che resta il quadro cromosomico che è quello della nascita.
Teoria a parte comunque è più corretto parlare di uomini e donne transgender (lasciando da parte i termini maschio e femmina): è una condizione che io riconosco a pieno nella sua complessità e difficoltà nel viverla e che può portare alla "disforia di genere", ma non necessariamente perché la disforia non è il non riconoscersi in sé, ma il disagio esistenziale che ne può derivare o perché non si viene riconosciuti dalla società nell'identità di genere che si riconosce come propria o perché fisicamente si rifiutano i tratti fisici posseduti tipici dell'identità di genere opposta a quelle in cui ci si riconosce.
Ma anche qui c'è molta variabilità, tanto per fare un esempio: ci sono donne trans che non hanno nessuna disforia per genitali e pene maschile mentre altre provano un estremo disagio per il fatto di possederli e vorrebbero liberarsene ma non per questo necessariamente affronteranno l'intervento relativo come fanno invece alcune donne transgender.
Dire che la transizione inizia proprio con la diagnosi della "disforia di genere" credo sia corretto per quello che riguarda il mero punto di vista medico, perché necessaria per iniziare le terapie ormonali ed effettuare le operazioni per le modifiche ai genitali se non sbaglio (qui in Italia poi perché per l'estero non sono aggiornato); però se analizziamo il completo percorso personale di un individuo immagino possano esserci degli step che avvengono anche prima dell'avvertire la vera e propria disforia o magari avvenire anche in quei casi (anche se magari pochi) dove la disforia non è detto che si arrivi ad avvertirla.
La transizione verso il genere femminile mi pare di aver capito che è molto più difficile che viceversa, perché il testosterone che viene somministrato alle femmine che si riconoscono nell'identità uomo è molto potente a differenza delle cure ormonali per individui nati maschi che si identificano come donne. Oltre a questo la tempistica con cui si iniziano questi passaggi della transizione può essere determinante per il passing o identificazione fenotipica; detto in termini più spiccioli chi inizia prima le cure è più probabile che arrivi ad ottenere l'identificazione in termini di aspetto a cui aspira; solo che appunto l'accesso a queste cure dal punto di vista medico prevede un percorso complesso e che qualcuno è anche scoraggiato ad intraprendere per le difficoltà che si possono incontrare.
Ho piena solidarietà nei confronti di queste persone perché comprendo che possano vivere una vita estreamemente complicata e difficile dovendo affrontare: la discriminazione sociale, a volte dalla loro stessa famiglia o dagli amici; tutto il percorso per accedere alle cure mediche e possibilmente in maniera tempestiva; gli effetti negativi che comunque queste cure mediche comportano (effetti collaterali); gli interventi di chirurgia estetica con il rischio ad essi connesso e anche una percentuale di probabilità di essere insoddisfatti dopo di essi; per alcuni l'impossibilità di arrivare mai ad essere soddisfatti del loro fenotipo/passing... e poi magari c'è altro che al momento non mi viene da elencare.
Tutto quello che ho scritto deriva da quello che ho imparato in anni di informazione, ma sono pronto a rivedere le mie conoscienze e quello che ho scritto se opportuno ^^