Sotto la vostra pelle
Scortecciate e troverete la felicità.
scriveva così nel controdolore, un testo sotto certi aspetti abbastanza provocatorio e controverso, Palazzeschi.Ho sempre trovato molto interessante questa idea di “scortecciare”, l’atto di levare, togliere, asportare, nella mia testa è qualcosa che non può essere fatto senza passare per delle scomode verità, alla fine non sappiamo mai cosa troviamo strato dopo strato.
Se penso alla prima volta che mi hanno detto: “ grazie padrone per avermelo concesso” (ed io non avevo chiesto niente ne tantomeno mi consideravo il suo padrone), ripenso ad un gioco iniziato inconsapevolmente con un’altra persona di cui nessuno dei due aveva idea di dove l’avrebbe portat*.
Il punto è stato il confronto con quel sorriso che luccicava dopo essermi addentrato in qualcosa di oscuro; ad ogni strato tolto corrispondeva un piccolo passo in quella zona oscura.
Oggi rispettare e considerare sacro quello che mi viene donato, sacrificato, in un certo senso mi aiuta a scendere a patti con molte mie fantasie (indipendentemente se poi le riesco a realizzare o meno).
Sono curioso di sapere che rapporto avete con la vostra oscurità, i nomi e le immagini che avete quando vi “scortecciate” e come affrontate quello che trovate sotto la superficie che avete appena tolto.