„È una delle esperienze che vorrei provare almeno una volta nella vita, ma al tempo stesso ho dei dubbi. Diciamo che sicuramente piacerebbe farlo in un ambiente “controllato” ma il tempo stesso non vorrei farlo con persone che conosco intimamente. Nelle mie fantasie è più cosa con persone sconosciute o che portano una maschera. Credo che l’annullamento dell’identità sia molto importante quando si vive una sensazione così forte.
Quella della maschera è un'idea interessante nelle orge in particolare, sia che le persone sotto le maschere si conoscano o no.Perché anche se è chiaro che la funzione primaria di ogni maschera è quella di annullare ogni identità precedente per chi la indossa, ce ne sono anche altre, innanzitutto una funzione rituale. Le maschere si usavano e si usano in riti collettivi fin dalle società tribali e in alcune religioni sopravvivono ancora oggi.
È poi dai riti religiosi e collettivi, più o meno catartici, che è derivato il Teatro, sia in Grecia che in India, in Cina, Giappone e in altri paesi orientali, e anche nel Teatro si è continuato per molto tempo a usare le maschere e il trucco per assumere i ruoli che si interpretavano, spogliandosi della propria identità abituale per assumerne altre, in origine quelle di spiriti e divinità. E tra i riti vi erano in origine anche riti sessuali.
L'unione di maschile e femminile, poiché porta alla generazione della vita stessa, è sempre stato uno dei principi spirituali e misterici fondamentali, per lo meno nelle religioni più antiche a carattere panteistico e non monoteiste, dato che in queste ultime si passò invece a una negazione e condanna dogmatica di ogni libertà sessuale. I rituali a sfondo sessuale rappresentavano in genere l'unione del Cielo e della Terra, oppure di altri ideali opposti simili, visti come i principi del maschile e femminile che di fatto generano tutto ciò che esiste in natura (equivalenti allo Yang e allo Yin del Taoismo), rievocati durante riti di fertilità considerati necessari a favorire il rinnovarsi di ogni ciclo naturale e stagionale,e tali riti nelle forme più antiche potevano anche essere di natura orgiastica.
L'esempio più classico nella Grecia antica sono i baccanali, in cui le sacerdotesse del dio Dioniso (o Bacco), ovvero le baccanti, si abbandonavano nei boschi di notte a delle frenesie parossistiche, erotiche e violente. I loro riti vennero già condannati nella società greca politeista, in quanto ritenuti elementi disgreganti di quell'ordine sociale ideale e razionale greco, che col tempo aveva ormai assunto forme più "civili" e meno selvagge, riferendosi a dei principi filosofici più astratti e trascendenti i lati umani più istintivi.Questi nei miti greci erano rappresentati da esseri selvaggi sfrenati come i satiri, le ninfe e i centauri, le cui raffigurazioni in atti sessuali adornavano le case di piacere ancora in epoca romana, poiché nell'immaginario continuarono a godere di quell'abbandono sessuale del tutto libero che ai mortali iniziava a essere in parte negato e che era rappresentato dal dio orgiastico e sessuale per eccellenza, Pan (Fauno in latino), il cui nome in greco significa "Tutto". Gli uomini greci iniziavano insomma a pretendere che le loro donne, le loro mogli e figlie, stessero chiuse in casa, senza andare per i boschi a compiere riti orgiastici.Ciò non impediva che alcuni continuassero a compiere quei riti in segreto, anche mascherati da satiri e ninfe.
Con l'avvento del cristianesimo, la condanna dei riti orgiastici divenne ancor più assoluta e definitiva, ma soprattutto nelle campagne si continuavano a compiere quelli che ora erano chiamati riti pagani (dal latino pagus, villaggio), in celebrazioni che coincidevano con solstizi ed equinozi, e che erano ora visti dai fanatici cristiani come veri e propri atti diabolici, in quanto gli dèi antichi, a volte rappresentati da maschere con le corna, come Dioniso e Pan, furono considerati dai cristiani come diavoli e le persone che si abbandonavano a quei riti orgiastici,in modo particolare donne che tentavano di sfuggire alle costrizioni cristiane che negavano loro ogni libertà sessuale, vennero naturalmente considerate streghe e, come tali, bruciate vive sul rogo,a meno che non confessassero e si pentissero, rinnegando quel cosiddetto demonio che, secondo i loro aguzzini, esse avrebbero adorato.È interessante notare che molti preferirono davvero lasciarsi bruciare vivi, piuttosto che rinnegare quei voluttuosi godimenti della carne, quelle vere e proprie estasi sessuali,che avevano potuto provare in modo libero in quelle sfrenate orge rituali.
Una di quelle antiche ricorrenze pagane, la festa celtica di Samhain, in cui si riteneva che si aprissero i passaggi con l'aldilà e i morti tornassero sulla Terra, fu dai cristiani reinterpretata come la festa di Ognissanti, che precede il Giorno dei Morti e che negli Stati Uniti diverrà Halloween, in cui l'antica tradizione di mascherarsi da spiriti, demoni e streghe sarebbe sopravvissuta, eliminandone molti degli elementi orgiastici, ma non del tutto.
Nei paesi mediterranei, durante epoche successive al medioevo e più permissive, situazioni periodiche in cui le maschere potevano permettere di abbandonarsi a più liberi piaceri sessuali, furono certi Carnevali come quello di Venezia, i cui festeggiamenti potevano assumere a volte anche un certo carattere orgiastico libertino, grazie appunto all'anonimato garantito dalle maschere.
Anche se oggi i riferimenti misterici antichi sono andati perduti, indossare le maschere durante le orge può rievocare ancora questo tipo di immaginario e di contesto liberatorio dalle costrizioni sociali imposte, da cui il desiderio istintivo che alcuni di noi sentono di abbandonarsi a tale esperienza catartica.