Per me, il sesso è ciò che c'è di più sacro, la parte più autentica e più naturale di quello che siamo, l'energia primordiale da cui tutti proveniamo...può avere quindi, oltre a quello fisico, anche un aspetto mistico-panteista... il ché non vuol dire però che debba essere sempre preso per qualcosa di troppo serio.
Si tratta di perdersi negli altri, dimenticando l'attaccamento al proprio io individuale, nell' abbandonarsi insieme a un'unione di coppia o collettiva. Il senso di comunione e intimità che si genera, dal punto di vista psicologico, può dar la sensazione di ripristinare un'unità perduta, forse fin dal momento traumatico della nascita che ci ha dato un'esistenza separata e può o dovrebbe essere questo a suscitare in noi piacere, gioia, magari risate, insieme a tutte le coinvolgenti e morbose sensazioni fisiche che lo accompagnano.
Nel sesso, a condizione di sentire non solo il proprio piacere ma anche quello altrui come se fosse il nostro, si lascia un io, a cui capita di soffrire per diversi motivi, e ci facciamo invece trasportare da un godimento in cui ci annulliamo e che, ai suoi livelli più elevati e intensi, si potrebbe anche chiamare estasi...