Quali sono i limiti delle pratiche bdsm e come stabilirli ..

*****ub2 Uomo
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Quali sono i limiti delle pratiche bdsm e come stabilirli ..
Buongiorno,mi rivolgo a tutti coloro che hanno avuto esperienze ,anche le più all acqua di rose,praticando bdsm.
Io personalmente ho una mia idea di quali siano i limiti in certe pratiche fisiche di punizione e tortura se così la vogliamo definire,e mi riferisco ad atti fisici che sono comunque un espressione di ciò che prima ci ha coinvolto mentalmente ed emozionalmente.
Personalmente,dominando non mi sono mai lasciato andare a situazioni in cui il buon senso non fisse sempre vigile,anche quando non ero io stesso a imporre punizioni più intense ma mi venivano richieste cose che avevano solo una vera crudeltà di base ,e un profondissimo masochismo fuori confine da parte di colei che mi richiedeva e supplicava di farle veramente male e lasciarle segni visibili.
Secondo me la dominazione e un atto di reciproca fiducia nonché soddisfazione ;ma non origina mai dalla volontà di denigrare e abusare della dignità della sottomessa.
Ci vuole profonda empatia per calarsi nei panni di chi desidera sottomettersi per capire col tempo fino a quale reale livello di desiderio possa spingerlo a sopportare punizioni e ordini anche abbastanza duri
È un cammino che può a volte sviluppare col tempo una maggiore capacità di andare un tantino oltre,prestarsi a cose che prima sembravano troppo difficili e inquietanti da desiderare.
Ma il Dominante deve saper porre un limite,che appartenga a lui stesso e che di conseguenza sia il confine anche per il sottomesso.
Credo si stabilisca inizialmente di comune accordo,ma col progredire degli incontri di persona per vivere i momenti o le sessioni fisicamente oltre che emozionalmente,sia non un diritto ma un dovere Del mentore decidere assennatamente il giusto limite da porre.
Voi cosa ne pensate,avete una vostra idea o esperienza che volete condividere.??
*******fun Donna
956 Post
Questo tema è enorme da sviscerare. Del resto ha una grande importanza nei rapporti, che siano sadomaso o anche vanilla.
Ovvio che nel momento in cui facciamo pratiche estreme, le cose diventano più delicate e sottili, si gioca con il corpo e con la psicologia delle persone, per cui è facile cadere in situazioni anche pericolose nel breve e lungo tempo.

Io come sempre sono una grande fan della comunicazione e della conoscenza reciproca.
Le situazioni però possono essere solo due:
-situazione con uno sconosciuto
-situazione con la persona che conosco da molto tempo.

Nel primo caso parto da cose soft, che io sia top o bottom. Cerco di conoscere l'altra persona e in un certo senso chiedo (verbalmente e non) se ciò che stiamo per fare le va. Parto da colpi soft se si tratta di pratiche verberatorie, e parto da legature semplici se si parla di bondage.
Ma questo vale per ogni pratica. Cerco sempre un feedback verbale e non verbale e cerco di non andare oltre alle prime occasioni.

Nel secondo caso è diverso, c'è esperienza, c'è fiducia e allora solo in questa situazione mi spingo oltre il "limite".
In questo caso, però, se sto sotto mi pongo anche nella situazione di consapevolezza del fatto potrei andare a incontrare qualcosa che, oltre ad essere poco conosciuta per me, potrebbe anche essere qualcosa che non mi piace. Li sta a me, alla mia onestà, se decidere di fermarmi o esplorare.

In poche parole: con persone con cui mi avvicino al bdsm da poco non cerco di andare oltre i limiti.
Con persone che conosco ci provo.
Tutto ovviamente con la consapevolezza che qualcosa potrebbe andare storto. Devo fidarmi io dell'altra persona e l'altra persona di me, che io sia top o bottom.
Non ha senso andare oltre un limite le prime volte, anche perchè trovo poco interessante esplorare tutto e subito, andare oltre sin da principio. A volte lasciare a metà è più interessante, lascia desiderio.
Dall'altro lato è piacevole andare oltre con chi conosco, perchè significa esplorare insieme un mare buio.
*****ub2 Uomo
205 Post
Creatore argomento 
Il tuo profilo ,Plugthefun, trasuda una forte componente di vissuti reali in situazioni in cui ti poni con estrema fiducia nelle mani di chi ti guida dentro esperienze profonde...già questo conferisce alle tue parole e alla tua esperienza un forte significato.
Grazie per il tuo prezioso contributo
Io parto dal presupposto che uno schiavo se si definisce tale,deve subire le decisioni del/la dom,soprattutto se queste vanno contro i suoi limiti,altrimenti non vedo cosa significhi essere schiavo/a.La sottomissione o schiavitu’ inizia proprio dove iniziano i limiti,ovvio che ci vuole buonsenso ovvio che ci vuole fiducia
*******oe00 Donna
16 Post
Alla base di tutto deve esserci sempre la consensualità. Quando il gioco di ruolo è psicologicamente molto presente, la linea tra la sfida consensuale e la coercizione è difficile da tracciare, ma per questo motivo bisogna che ci sia dalla parte dell* dom una grande empatia, dalla parte dell* sub una grande consapevolezza, e ovviamente tantisssssima comunicazione.
Purtroppo sono una di quell* sub che si divertono a sfidare l* dom, nel senso che voglio far vedere che non riusciranno mai a portarmi al limite, mentre la loro sfida è di obbligarmi a dire la safeword. Questo è effettivamente un po' pericoloso, ma ci sto lavorando lol.
In ogni caso, non sono per niente d'accordo con la retorica del "vero schiavo". Tutto il gioco si basa sul piacere (fisico o mentale che sia) dei partecipanti, se questo viene a mancare (e non intendo cnc, intendo proprio che viene vissuta male, per esempio con il superamento degli hard limits) il gioco deve smettere. Andare avanti perché "se vuoi essere un* schiav* devi fare così" è nocivo e assolutamente non etico. Si deve fare ciò che va di fare, non quello che "si fa" secondo gli inutili standard della comunità.
*******fun Donna
956 Post
@*****ub2 grazie ^^
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