Diciamo che gli amanti della pioggia dorata – come li chiama lei – potremmo dividerli in diverse categorie».
«Che sarebbero?»
«La prima, quelli a cui piace vedere la donna che urina o che la fa sul corpo come una specie di eiaculazione femminile – come ben lei ha già intuito – la seconda, quelli a cui piace berla, come una regressione molto arcaica - come dicevamo un regressus ad uterum»
«E ce ne sono altre?»
«La terza ipotesi è più legata alle pratiche di dominio, del masochismo in cui si obbliga a bere l’urina e in cui l’altro è considerato – e si considera tale – come un water, un gabinetto dove eliminare gli scarti, e potremmo aggiungerne una quarta».
«Che sarebbe?»
«Un tentativo di portare dentro di sé parti dell’altra persona, un modo di introiettare l’altro e di farlo parte di sé. Bere l’urina dell’altro in questa caso sarebbe come una forma quasi di cannibalismo, di tenerlo dentro di sé, per alcuni l’urina stante il colore è considerata come oro liquido, quindi come un liquido prezioso prodotto da un altro individuo».
«Un mondo decisamente vario» disse Stella ridendo.